Tutto è cominciato in una notte buia e tempestosa, quando a L'Aquila vennero giù case, chiese e caserme.
La risposta aall'emergenza fu pronta ed efficace (brindisi notturni di palazzinari a parte) ma fu terreno di caccia delle migliaia di associazioni di protezione civile, delle parrocchie, degli scout....
Gli allegri sms solidali andavano dritti al consiglio dei ministri, che poi li girava al dipartimento della protezione civile che provvedeva a rimborsare i volontari che di volta in volta cucinavano, estraevano cadaveri dalle macerie, giocavano a tresette con i vecchietti.
e qualcuno ha rosicato.
più precisamente hanno rosicato tutte le ong medio grandi che, non essendo accreditate con la protezione civile, si sono dovute accontentare delle briciole nel terremoto abruzzese.
queste ong hanno pensato che sarebbero rimaste fregate una volta, ma, imparata la lezione, guai a lasciarsi sfuggire un'occasione siimile nel futuro.
Da qui la creazione di un consorzio di quasi tutte le ong italiane cui venne dato il pomposo nome di Agenzia Italiana Risposta Emergenze. AGIRE
Il problema di questo consorzio è che nessuno degli attori che ne fanno parte ha un'esperienza di risposta all'emergenza, nè una base logistica adeguata, nè un'esperienza sul campo (comprese le filiali italiane di corazzate come save the children e action aid)
In italia l'emergenza è roba della protezione civile da almeno 15 anni.
Poi il 12 gennaio un terremoto di 6,8 gradi richter rade al suolo le due principali città di haiti, facendo 300000 morti.
la protezione civile italiana non ha fondi sufficienti per un intervento massiccio a 10000 km da roma, si è sputtanata tutti i soldi nel piano case e nei massaggi di bertolaso.
gli allegri sms solidali vengono quindi deviati su agire, che in una settimana accumula 14 milioni di euro per rispondere all'emergenza.
i soldi vengono divisi tra le 9 organizzazioni che interverranno ad haiti, anche se nessuna di loro (tranne Save the children cesvi e action aid) ha mai fatto niente ad haiti.
un milione e due ogni organizzazione, i soldi devono essere impiegati per la risposta all'emergenza e devono essere spesi entro dodici mesi dalla data dell'evento.
il problema è che tutte le organizzazioni sono ong che fanno cooperazione, non risposta all'emergenza, per cui non dispongono delle risorse umane e materiali necessarie per mettere in campo gli strumenti utili a rispondere ad un'emergenza di questa portata.
per la serie: non abbiamo veicoli, tende, ruspe, ospedali da campo, stazioni radiomobili, cucine mobili. (tutte cose che, guarda caso, la protezione civile ha)
facciamo solo da tramite tra le nazioni unite e la popolazione
in pratica distribuzione di aiuti per conto unicef.
e qualche progetto di cooperazione infilato di nascosto tra le linee di budget (che è l'unico lavoro che si sappia realmente fare)...
da qui la necessità di rimuovere le macerie con paletta e secchiello.
venerdì 9 aprile 2010
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