sabato 8 settembre 2012

Emerghenzialismo


Qui é sempre stato un gran casino.
Dal '94 c'é stato prima l'esodo di dei Ruandesi in Nord e Sud Kivu, con conseguente formazione di campi profughi giganti a Goma dove si nascondevano ancora i capi genocidiari, che hanno sistematicamente cominciato una sorta di guerriglia nei confronti di Ruanda e Uganda (che aveva fornito appoggio logistico all'avanzata di Pual Kagame verso Kigali), che poi é sfociata nell'invasione del congo orientale da parte del minuscolo Ruanda, che ha portato ad una guerra di posizione con il regime di Mobuto, che si é dissolto nel regime di Kabila padre, che poi é sfociato in quello di Kabila figlio; nel frattempo dall'Uganda partiva una specie di invasione per controllare i territori minerari del nord est con la scusa di andare a fare il culo al Lord Resistance Army di Joseph Koni che scorazza indisturbato da 20 anni nelle fratte tra sud sudan, repubblica centrafricana congo e uganda, razziando villaggi, sequestrando poveri cristi, tagliando il naso a chi capita restando sempre in mezzo alla foresta.

Questa la cristallina situazione della zona, che ha avuto per 20 anni campi profughi gestiti da UNICEF UNHCR e Unione Europea (ovviamente atrtaverso le ONG) che hanno distribuito assistenza a pioggia a chiunque capitasse a tiro senza prendere mai uno straccio di posizione nei confronti di questo o quello: so' negri, c'hanno fame, je damo da magnà, che siano ex genocidiari, guerriglieri, stupratori di massa o poveri disgraziati noi ce ne fottiamo e restiamo neutrali.

In tutto questo c'era una missione dei puffi, caschi blu delle nazioni unite, chiamata prima MONUC poi MONUSCO che ha le seguenti regole di ingaggio:

- se va in giro con le hummer a consumà gasolio
- nun se spara manco se te se magnano una chiappa
- non se esce dal compound che per andare a comprare le sigarette
- se un gruppo armato entra, ci sbudella tutti all'arma bianca, mangia le interiora del sergente e usa l'intestino come filo per stendere i panni allora noi possiamo piangere sommessamente e dire che non gli siamo più amici.


Queste le utilissime regole d'ingaggio della forza puffa multinazionale preposta alla protezione della popolazione civile e alla collaborazione con il locale esercito congolese, ben armato, ben pagato e motivato a non fare un cazzo di niente come da manuale degli eserciti congolesi.

Quindi é facile immaginare che ci sia uno STATO DI EMERGHENZIA PERMANENTE

l'esercito ugandese fa razzie e mette in fuga la popolazione per cercare l' LRA, LRA mette in fuga la popolazione e fa razzie per pararsi il culo dagli ugandesi infoiati, l'esercito congolese fa razzie perché stanno co' na scarpa e na ciavatta e non sono pagati dal 1963, i puffi puffano.

Quindi sti poracci de locali fanno su e giù co ste bacinelle piene de monnezza ogni volta che passa un esercito, e qui intervengono le OENNEGGI'.

Con progetti di reinserimento, distribuzione di sementi e strumenti da lavoro, pozzi, latrine, psicosociale, educazione.

progetti di 6-8 mesi
da vent'anni
tu stai in un posto da vent'anni e ti finanziano progetti di EMERGENZA di 6 mesi.

e ndo cazzo andremo mai con progetti di 6 mesi?

sicurezza alimentare: in 6 mesi distribuisci i semi e se te va bene che nun te se li magnano co' tutti i sacchi non fai in tempo a vedé se il raccolto é andato che il progetto é finito, cosa cazzo li fai a fare i campi dimostrativi pe' insegnaie la rotazione delle colture se dopo 6 mesi hai finito? che te ruoti in 6 mesi?

acqua: in 6 mesi scavi un po' de pozzi, ma non je la fai a formare un comitato di gestione che eviti di mandare a puttane l'impianto dopo che te ne sei andato, per cui consegni l'impianto, passa un anno, se rompe e un'altra ong lo viene a riabilitare, e cosi' via...

educazione: riabilitala una scuola, e soprattutto, fallo un programma che segua famiglie e insegnanti, utile farlo durare 6 mesi, sicuramente non starai da capo a 12 il prossimo anno

Ecco, normalmente l'emergenza dura da qualche mese a qualche anno, questo perché i progetti di emergenza per definizione sono difficilmente sostenibili senza la mediazione e il monitoraggio di un attore internazionale esterno, poi se una generazione intera é stata abituata a distribuzioni indiscriminate di qualunque genere, con la scusa, nobile, di salvare vite umane, non é che da domani questi cominciano a utilizzare con oculatezza e senso civico quello che é stato messo in piedi dal baraccone della cooperazione.

probabilmente comunque questo tipo di intervento ha evitato guai peggiori e ha salvato delle vite, ma ha un po' sfracassato i cojoni, non se va da nessuna parte, non crea sostenibilità a lungo termine e alla fine, per un ateo bestemmiatore, ti fa riconoscere che l'intervento delle missioni religiose non é poi cosi' malvagio, sono dei grandissimi stronzi ma almeno stanno sul posto.

qui il turn over dei cooperanti é ogni 6-8 mesi, più di un anno ci restano i matti veri e i dissociati mentali.

La scorsa settimana un ciccione mauritaniano dell'unicef ha detto che forse vale la pena interrogarsi se non sia il caso di cambiare approccio: non so quale sia stata la sua comprensione della locuzione "grazie al cazzo".

Ma intanto é un primo passo.

Ah, no, non sono neutrale, si capisce da che parte sto e sputo nel piatto in cui mangio, una libertà concessa ai lavoratori delle emergenze che campano di sto lavoro con contratti di 6 mesi,quindi massima professionalità ma almeno fateme bestemmià (cit. rivisitata)

per capire un po' l'antefatto dell'emergenza permanente in congo c'é un ottimo libro spudoratamente di parte: "desideriamo informarla che domani saremo uccisi con le nostre famiglie" di philip gourevitch, einaudi (terzo ripiano della libreria a casa mia, se lo volete legge)

per avere un'idea della follia di chi lavora qua c'é il sito di invisible children (auanagana ammerican organizescion) con il video su joseph koni che fa un sacco ridere e la lista degli incidenti di sicurezza (www.lratracker.org o . com, mo' nun me ricordo)

martedì 21 agosto 2012

Primo mese, e daje tutti.

Er congo ma che ce vai a fà in Congo? a lavorà. Che vuoi che ci vada a fare in Congo? si' ma perché il Congo? perché m'hanno preso, m'hanno fatto un'offerta e ho accettato. Dunque, funziona cosi', tu arrivi a Kinshasa e pensi di stare in RDC, che poi sarebbe la Repubblica Democratica del Congo, che il congo propriamente detto é un fiume, e un altro Congo sta giusto al di là del fiume e ha per capitale Brazzaville. RDC, quindi, Congo Belga per i nostalgici. prendi e sbarchi dall'aereo, ti raccatta l'autista della tua organizzazione con una toyota corolla del '91, vai nella casa-ufficio-caserma e sai che dopo due giorni riparti. Quindi manco a perde tempo a sfà lo zaino che tanto riparti fra due giorni, destinazione BUKAVU ma quanto cazzo é grosso il congo? fa freddo, mortacci de pippo, io so' partito per l'equatore contando de sta in ciavatte tutto il tempo invece se battEno le brocche, e mo' annamo tutti a bukavu, 1573 km in aereo, tipo roma-budapest, e manco hai cambiato paese bukavu pare trevignano, pero' con la strada sterrata, sta sul lago e nel lago ce stanno 300 km cubi de anidride carbonica e metano, dall'altra parte il simpatico ruanda, il paese delle mille colline e del milione di morti in tre mesi, mica scemi sti ruandesi, stanno a pompà metano dal lago per accenderci le lampadine, tutto molto bello, basta che non saltano per aria oggi, che me lo immagino quanto possono sta attenti a non fasse esplode la centrale sotto al culo. Tra l'altro se il vulcano qua davanti decide di eruttare nel lago, tutta la CO2 esce e stermina due milioni di cristiani e un ateo, il sottoscritto. Gli AEREI er congo so' fratte, fratte a non fini', tutto un frattume a perdita d'occhio, duemila km di diametro e manco na carrareccia pe andacce cor pandino 4x4, niente. Quindi daje tutti con l'aereo: - Le compagnie congolesi non c'hanno l'autorizzazione manco pe' volà in congo, girano coi dc3 anni 60 a elica che cascano come le pere ogni due mesi, quindi nada. - Le compagnie internazionali non volano, che le piste so' corte e parono lo stradello de villa pamphili -ce stanno le nazioni unite, l'unione europea e AVIATORI SENZA FRONTIERE le nazioni unite quando lavori per una ong se te potessero piscià in testa lo farebbero, aviatori senza frontiere c'hanno un piper a pedali e se fanno pagà quanto la emirates, resta l'unione europea. col CESSNA. 12 posti, mezza tonnellata di carico, niente volo strumentale, un pilota ucraino. Annamo ndo dovemo annà volace te a 300 metri di quota con uno scalo ogni 30 km in mezzo a stampanti pc e tutti i cazzi che te sei portato appresso per impiantare la nuova base, dall'evocativo nome de BANGADI. durante i 3 giorni di viaggio ho esplorato le più remote e recondite possibilità di affidare la mia anima ad una qualunque religione che potesse prenderla in custodia anche a titolo provvisorio vista l'imminenza della mia morte. quando alla fine si scende di quota, l'ucraino se mette a candela e rimbalza su un sentiero de terra battuta lungo 200 metri e largo 3, potando vistosamente acacie, banani e indigeni. SEMO ARIVATI- ha detto con inconfondibile accento di Kiev BANGADI é inutile che lo cercate su google earth, non sta manco sulle mappe GIS dell'ONU, 30 km dal confine sudanese, 29.000 abitanti sparsi in un territorio grande come la provincia di roma, capanne di fango, fratte, macchie e un fiume pieno de fanga e pescigatto. che poi su sto fiume i belgi ciaveveno fatto pure na diga e na centrale, vai a sapé perché, ovviamente non funziona piu' niente ma a DUNGU (120 km piu' in là) si vedono ancora i pali della luce. a bangadi ce stanno due tipologie de costruzioni, quelle fatte dai belgi e quelle fatte dai congolesi, il che lo rende un grazioso incrocio fra utrecht e il villaggio di "riusciranno i nostri eroi..." della wertmuller. noi abbiamo la summa dei due stili: na stalla belga con una latrina congolese e un fantastico e innovativo sistema di aspersione corporale idraulico: ER SECCHIO, con il quale praticare l'abluzione mattutina all'aria aperta, confortevole, pratico e comodo. questo porta l'europeo medio (in questo caso l'unico nel giro di una cinquantina di km)ad assumere fattezze da uomo delle caverne, essando la razza caucasica, alla quale orgogliosamente appartengo, la maggiore produttrice di peli/cm quadrato. La mancanza di uno specchio, di un rasoio, di acqua corrente e soprattutto del momento topico della lettura di dylan dog seduto sul cesso, hanno effetti raccrapriccianti nel corpo e nell'animo. mo' intanto amo ripijato in mano sto blog, che de vita sociale nun se ne parla, a seguire importanti pipponi su temi quali "l'emergenza de sta ceppa", "er progettificio" e soprattutto "la gestione dello staff locale: dal terzomondismo al ku klux klan"

mercoledì 9 giugno 2010

e poi c'è l'esercizio del potere

prendete una persona, datele il potere in qualunque sua forma ed otterrete il riversamento di tutte le sue frustrazioni nell'esercizio del potere.

questo accade perchè spesso si arriva all'esercizio del potere dopo aver ingoiato per anni rospi e altri anfibi, aver investito troppo nella vita lavorativa, aver quindi bevuto poche birre, giocato poco a tresette e scopato ancora meno

Nella cooperazione la persona che ha il coordinamento della missione detiene un potere decisionale rispetto alle scelte lavorative superiore a qualsiasi dirigente non espatriato dello stesso livello.

per cui molti coordinatori di missione suppliscono alla mancanza di una vita sociale, sessuale, ludica attraverso il mero esercizio del potere.

immaginate di arrivare come capo in un contesto difficile a coordinare delle persone che sono già sul campo da diversi mesi e che conoscono il contesto meglio di voi.

in questo caso si direbbe "chiappe strette ed occhi aperti", perchè è una faccenda delicata, bisogna stare attenti a non turbare equilibri, ad ascoltare, a vedere, imporre gradualmente il proprio punto di vista (come è giusto che sia per un capo) senza arrogarsi il diritto all'ultima parola (è scontato che l'ultima parola sia del capo, non c'è bisogno di rimarcarlo)

ovviamente tutto questo non è accaduto.

"Voglio vedere come lavorate"
"L'assistente amministrativa è inutile"
"DOVETE tradurre, perchè io non parlo francese"
"Io con le nazioni unite non voglio avere niente a che fare" (lavoriamo su mandato UNICEF- ndr)
"io non mangio la vostra roba americana, io mangio sano, non metto i soldi in cassa comune" (alla prima birra pagata da me che tocchi te stacco na mano)

dopo giorni di silenzioso accumulo infine arrivò la bufera.

Alle ore 8.26 di martedì 8 giugno 2010 stavo ancora col caffè in mano, davanti al computer a giocare a monkey island.

mentre masticavo i biscotti la capa se ne uscì rivolta all'admin:

"perchè tu ti sei presa la segretaria (assistente amministrativa - ndr)per fare il lavoro al posto tuo, lei fa il lavoro e tu non fai un cazzo, qua se ti dico che mi devi fare da interprete tu fai da interprete, la segretaria è inutile e io la licenzio (tra l'altro è haitiana)"

alle ottoeventisei minuti primi della mattina.
a una che, per quanto rospa, si sta facendo il culo a 10000 km da casa da tre mesi

l'admin scoppiò in un pianto dirotto, e la capa insistette nell'aggressione continuativa.

per fortuna.

se l'admin non fosse un batrace, si sarebbe alzata e avrebbe aperto placidamente in due la testa della coordinatrice missione, o almeno, il sottoscritto avrebbe fatto così, ricordandole ad ogni fendente che se c'ha gli ormoni sfasati usasse i soldi della cassa per pagarsi 30 cm de cazzo haitiano.

meno male che non sono l'admin.

ma il logista (come il cinese) aspetta che il cadavere del nemico scorra sul fiume.

giovedì 3 giugno 2010

dimissioni, scrivanie e iguanodonti

gente che viene, gente che va, batraci che danno le dimissioni, capemissioni che arrivano senza parlare una parola di francese.

la pacatezza e la calma abbandonarono il mio corpo questa mane di giorno festivo haitiese ('na festa ogni venti giorni, cazzo ciavranno da festeggià....)

ma prima andrebbe fornita la descrizione della scrivania del logista, ovvero me medesimo:
trattasi di tavolo di plastica bianco rettangolare.
sopra regna il caos più totale, un caos utile e operativamente perfetto, malgrado la convivenza degli oggetti più svariati:
- un laptop siemens
- un disco rigido esterno
- numerose chiavi usb
- cuffie e microfono
- bloc notes
- agendine varie
- accendino
- fiammiferi
- un elmetto da cantiere
- un modem radio
- una coppia di radio + caricatori
- un telefono satellitare
- un gps
- una telemetria da passeggio
- fettuccia metrica da 50 mt
- metro
- livella
- raccordi per tubi da 2 pollici
- rubinetto da 2 pollici
- teflon
- nastro isolante
- un martello da geologo
- pinze. tenaglie e fil di ferro
- gruppo di continuità
- alimentatori
- biglietti da visita
- mappa di port au prince
- telecamera
- macchina fotografica
- calssificatore con documenti di trasporto e note di ricezione merce
- trapano tassellatore
- chiavi del pickup
- chiavi del camion
- fatture
- ricevute
- buoni d'ordine
- un pacchetto di biscotti allo zenzero
- un iguanodonte di plastica di nome ermete


tutto accuratamente in ordine sparso.

naturalmente quella cosa frigida e inerte che è la nuova capa disapprova.

e appunto questa mane scesi a farmi il caffè e la trovai che metteva alcune cose FONDAMENTALI della mia scrivania in un apposito cartone (radio, satellitare, telemetria, teflon nastro isolante....).

trascesi, oh, se trascesi.

tutto ritornò al suo posto. ma mi sovvennero alcune questioni.

Dalla sede di roma selezionarono una persona per fare il coordinamento del progetto.
il contesto di riferimento è haiti, lingue ufficiali francese e creolo.
Ella parla uno spagnolo stentato misto a portoghese e italiano (l'inglese pare quello di alberto sordi in un americano a roma)

ella dovrebbe essere il rappresentante paese dell'ong, curare i rapporti istituzionali, andare agli incontri ufficiali, dettare in base a questi le linee guida del progetto.

il sottoscritto e l'admin la portano in giro (perchè non guida), traducono, scrivono le lettere ufficiali.

non riuscendo più a svolgere il lavoro sul campo per semplice mancanza di tempo (che finisce ne baby sitting del proprio capo).

questo portò l'admin a rassegnare le dimissioni.

Ah, tra l'altro ella prende tre volte il mio stipendio.

le altre cose simpatiche sono che il personaggio tenta di parlare francese, con risultati ridicoli, che portano a equivoci e incomprensioni con i negri di alto rango, tipo il ministro dell'educazione, a cui poi uno di noi deve trovare rimedio diplomaticamente (di solito con pubblici cospargimenti di cenere sul capo).


con tanti cooperanti preparati e poliglotti che stanno in giro perchè cazzo hanno mandato una cinquantenne frigida, fricchettona e omeopata che non parla francese? (la domanda è ripetitiva, lo comprendo)


ma è ovvio, perchè è amica del vicedirettore dell'ong e perchè è pronta a fare esattamente quello che chiede la sede di roma senza discussioni.

(tra l'altro non compra cose delle multinazionali, crede che il terremoto sia stato causato da un test americano di una fantomatica "arma sismica", rifiuta di parlare con i militari....)

una leccaculo travestita da contestatrice.

L'ho sempre detto che i fricchettoni vanno ammazzati da piccoli.

mercoledì 26 maggio 2010

il fascino discreto della borghesia

no, il titolo non c'entra col contenuto.
la domenica mattina è già dura alzarsi dal letto normalmente, se poi lo devi fare presto per andare a raccattare la nuova capomissione che arriva all'aeroporto alle otto e mezza e ancora peggio.
se poi la sera prima c'è stata un'americanata chiamata pool party all'interno della quale il consumo di metri cubi di alcool è stato solo di poco inferiore al consumo in metri cubi di aria respirata, la domenica mattina si trasforma inevitabilmente in una giornata storta.

aeroporto di port au prince: un hangar, un'uscita, un cancello, un volo al giorno.

quindi riconoscere la capa nuova non dovrebbe essere un problema.
e non lo è.
il problema semmai è che la capa non è nuova, è vecchia.

quando vediamo appropinquarsi una cosa bassa e pelosa con gli occhiali e l'aria arcigna che sbraita contro l'omino delle valigie, ci rendiamo conto che quando si è arrivati in fondo al pozzo, c'è ancora da scavare.

prelevata, salutata, depositata a casa, primo briefing sulla missione (di domenica pomeriggio).


si scoprono, nell'ordine, le seguenti cose:
- non parla una parola di francese (ha mentito al colloquio? è una congiura del destino? impara in fretta? a roma sono dei deficienti?)
- ha la missione di "facce fatturà" (per dirla alla sergio di Boris)

cosa vuol dire "fatturà"?


quando un'organizzazione di cooperazione allo sviluppo entra in un progetto di emergenza, è molto difficile che riesca a fare risposta all'emergenza in maniera decente.
è una questione di approccio.

se fai emergenza arrivi con una squadra di gente che allestisce campi e distribuisce aiuti, fregandosene della ricaduta a medio-lungo termine del proprio lavoro.

se fai cooperazione passi i primi tre mesi a chiacchierare con i vari comitati della comunità per priorizzare il lavoro per poi elaborare una strategia di lungo termine che ti permetta di realizzare quanto più possibile per i beneficiari senza però trasformarti in una slot machine che vomita aiuti umanitari.

e uno.

due:

se mandi sul campo uno staff di 3 persone per fare child protection non spenderai mai il 70% dei fondi nei primi 6 mesi.
la child protection è il campo degli sfigati squattrinati:
- non servono soldi
- non serve struttura
- non serve materiale

bisogna solo ingaggiare personale locale, allestire tre quattro spazi protetti per i bambini (ludoteche, centri d'ascolto..) e poi si può tranquillamente vivere nella frustrazione. ( e farsi il mazzo a tarallo per portare a casa la giornata)

tre:

se fai ricostruzione delle scuole pubbliche in haiti, dubito che riuscirai a spendere i tuoi soldi prima di un anno, lega una burocrazia europea ad un'efficienza africana e ottieni la situazione della ricostruzione in haiti:
prima di 8-10 mesi dimenticati anche solo di delimitare l'area di cantiere.

dunque
famme fatturà
tocca spenne i sordi
sennò da agire ce s'inculano


chi l'ha scritto il progetto?
chi l'ha fatto il budget?
chi è venuto a fare una visita sul terreno a fine marzo?

ecco.

la sede.

sìsì, la sede di roma che ha scritto il progetto insieme al donatore, e che sapeva da marzo che non si sarebbero spesi tutti i soldi subito, per il tipo di programma scelto.

quindi:

cambio di programma, da domani tutti a raccattare macerie e a comprare qualunque cosa per chiunque lo voglia.

- Negro! Gli vuoi gli sci?
- Ma ghe ge vaccio?
- Negro, prendi gli sci, è una donazione di agire!


- Lo volete un centro polivalente qui?
- veramente sarebbe il mio orto
- ecchete er centro polivalente, tiè, ringrazia
- ma perchè?
- devo fatturà

ecco.


la nuova capamissione ha anni 48.
quando una ha anni 48 e fa ancora questo lavoro come freelance c'è qualcosa che non va.in lei.

si dedica alla medicina naturale, all'omeopatia.
cristalli, poteri dei fiori, teatro dell'oppresso, tai chi,tutto quello che caratterizza una personalità fortemente razionale, pragmatica. esattamente quello di cui si ha bisogno in un contesto come questo.

e, soprattutto, parla troppo.

mercoledì 19 maggio 2010

validi motivi per fare il maiolicaro.

Il contesto lavorativo, l'autonomia decisionale, la flessibilità d'orario, il lavoro che non è essere dietro un bancone o dietro una scrivania.
queste sono le ragioni che giustificano il lavorare come cooperante.

A ben vedere sono le stesse ragioni che giustificano il lavoro del maiolicaro.
quindi, a questo punto, tanto vale armarsi di cucchiara, colla e piastrelle e andare a rivestire i cessi del mondo.

cosa induce questa riflessione di alto contenuto filosofico?
Bisogna innanzi tutto avere un'idea di quale siano le forze in gioco nell'allegra isola caraibica di Hispaniola.

c'è il governo, quasi legittimamente riconosciuto dal popolo, ma non del tutto legittimato a governare il terzo paese più povero del mondo.
il governo esercita le sue funzioni attraverso dei ministeri. tra questi ministeri c'è il ministero dell'educazione, che dovrebbe avere un'idea di cosa accade nelle scuole del paese.
peccato che solo il 18% delle scuole siano pubbliche, il resto o è gestito dalle congregazioni religiose (nei casi migliori) o da privati cittadini che mettono su il proprio business privato (con i contributi delle agenzie umanitarie e delle famiglie degli allievi).

per gli orfanotrofi più o meno è la stessa cosa (informazione da tenere a mente chè servirà più tardi).

Il governo è appoggiato da una missione internazionale delle nazioni unite che si chiama MINUSTAH (TOURISTAH per gli indigeni, da qui si evince la sua credibilità) che dovrebbe servire a stabilizzare il paese.
accanto alla minustah lavorano le varie agenzie delle nazioni unite, WFP, FAO, OCHA e,soprattutto UNICEF.

UNICEF si occupa di educazione e infanzia, il ministero dell'Educazione pure, ecco quindi che i due soggetti lavorano insieme.
a supporto di UNICEF lavorano un centinaio di ONG, che si occupano di fare quello che unicef promette al governo.

e fin qui niente di anormale.

Il problema di port au prince è il traffico.

ma stavolta non si tratta di code o di citazioni di johnny stecchino.
Il problema di port au prince è il traffico di minori destinati ad adozioni internazionali.
tutto comincia negli orfanotrofi, dove funzionari compiacenti portano ricchi americani che , scelto il bambino (e compratolo per una somma discreta), si rivolgono alla propria ambasciata per ottenere visti e permessi (la quale ambasciata sa perfettamente che la vendita di minori è una pratica illegale).

Mandato di unicef è contrastare questa pratica, pratica che ha la connivenza di governo e ambasciate, ovvero gli stessi enti che richiedono e finanziano l'intervento di unicef.

Accade che una funzionaria dell'unicef riesce per caso ad intercettare il traffico.
accade che questa funzionaria, a sue spese, faccia una ricerca in incognito presso gli orfanotrofi della città (più di 400).
Accade che riesca a documentare centinaia di situazioni di abuso, violenza, sfruttamento.
Accade che faccia un dossier riservato ai propri capi
accade che ne faccia arrivare una copia alla MINUSTAH
Accade che la minustah sia interessata al caso e che voglia istituire una task force che faccia piena luce su fatti e responsabilità
accade che unicef non sia d'accordo
accade che unicef preferisca tenersi buono il governo
accade che la funzionaria sia esonerata dall'incarico

Ora la suddetta funzionaria pare abbia trovato una fondazione privata svizzera che finanzi l'indagine, in maniera scollegata dalle nazioni unite, dai governi e dalle ong che in questa palude tirano a campare.


E forse la prossima volta, prima di comprare la bamboletta di pezza dell'unicef per aiutare i bambini, ci si penserà due volte.

martedì 11 maggio 2010

la festa delle medie

"vabbè, gira il camion che vado a prende i soldi dentro casa"
SDENGBADABAMCRASH
"CAZZO E' SUCCESSO?"

l'allegro autista ha effettivamente girato il camion, ma dal lato sbagliato.
trasformandolo in una scultura postmoderna intitolata "natura morta con fosso e ruote all'aria"

quello che segue è il triste resoconto della ridicola chiamata a un carroattrezzi, con annesso sarcasmo haitiano nei confronti degli astanti (me medesimo e l'agile autista).

per haiti si apre il capitolo RICOSTRUZIONE.
di che, questo ancora non è chiaro.

il ministero dell'educazione ha convocato un tavolo tecnico per stabilire gli standard antisismici da applicare nella ricostruzione delle scuole.

lo ha convocato a marzo

e ha detto che gli standard sarebbero stati pronti a fine mese per essere consegnati agli ingegneri delle diverse organizzazioni impegnate nella ricostruzione.

lo ha convocato ad aprile

ha detto che gli standard sarebbero stati pronti a fine mese per essere consegnati agli ingegneri delle diverse organizzazioni impegnate nella ricostruzione.

lo ha convocato a maggio

ha detto che gli standard sarebbero stati pronti a fine mese per essere consegnati agli ingegneri delle diverse organizzazioni impegnate nella ricostruzione.


a questo punto sorge un dubbio
un dubbio che sta a monte
ma proprio a monte

1)chi è il ministero dell'educazione per fornire degli standard antisismici?

2)non sarebbe più facile adottare degli standard elaborati da altri paesi che potrebbero trasferire (GRATIS) il proprio know how in materia invece di pagare gli ingegneri del ministero dell'educazione (INGEGNERI DEL MINISTERO DELL'EDUCAZIONE, trova l'intruso)attraverso gli aiuti al governo (che costituiscono il 93% del PIL)

3)non è illogico che un ministero dell'educazione legiferi su argomenti lontani dalla propria competenza?

a condire tutto questo, ci si metta il coordinamento dell'unicef non attraverso un ufficio tecnico, ma attraverso il dipartimento educazione (psicologi, sociologi, educatori ma non tecnici)

da questo la difficoltà per spiegare alla puffa coreana (UNICEF) la differenza nella resistenza sismica di una struttura in legno rispetto a una struttura in cemento.

da cui:

le organizzazioni impegnate nella ricostruzione di edifici scolastici pagano ingegneri, architetti, geologi e consulenti vari per aspettare degli standard antisismici elaborati da un'amministrazione incompetente e corrotta, coordinata da un dipartimento delle nazioni unite che non possiede sufficienti risorse tecniche specifiche.

e li pagano con i soldi delle donazioni (SMS, sottoscrizioni...)


questa fotografia del contesto operativo haitiano a 4 mesi dal sisma vi è stata gentilmente offerta da un logista pagato un sesto di un consulente delle nazioni unite.



Comunque.

con l'andare del tempo moltiplicansi le occasioni ludiche tra espatriati di varie organizzazioni, in primis quelle italiane, che sono pure tutte andate ad abitare nello stesso villaggio così possono cementare la solida alleanza alla base dell'intervento umanitario e prestarsi il sale nell'intervento culinario.

i sabati sera si trascinano in case pacchiane affittate alle ong, che cuociono salsicce, brindano alla salute dei terremotati e intessono relazioni umane per alleviare la malinconia della lontananza da casa.


si provi a tradurre visivamente quanto descritto nel capoverso precedente

fatto?

bene

LA FESTA DELLE MEDIE

io porto i dischi....