domenica 21 marzo 2010

Foll(i)a

il quartiere è sempre quello, con l'aggiunta di una discreta quantità di fango tropicale, che rende tutto squisitamente pittoresco.
nella suddetta fangara muovonsi tre figuri, in direzione assemblea popolare convocata dl comité di quartiere, ordine del giorno:
- presentazione del comitato alla popolazione (comprese cariche, sottocariche, sostituti, commissioni di controllo e collegi dei revisori)
- presentazione dei bianchi
- decisione delle priorità per il quartiere
location:
noi appollaiati sul tetto come gufi, dieci del comitato anche loro appollaiati, 300 persone pascolanti sotto.
durante l'interessantissimo dibattito svoltosi in creolo (lingua da tutti noi pienamente compresa), accade che le mie simpaticissime colleghe mi abbandonarono al mio destino.
dunque mi trovai a illustrare le attività che ci accingevamo a promuovere ad una platea di creolofoni che nulla capiva di quanto io dicessi e viceversa.
in ogni modo fu un successo.
ci donarono le magliette del comitato.
è probabile che nella chiarezza della comunicazione abbiano capito che finanzieremo le loro esistenze ad libitum in ville con piscina sull'isola di tortuga, o che io abbia promesso loro il mio primogenito, da qui l'entusiasmo della piazza.
in attesa di cedere la mia progenie ad un haitiano, me ne vado masticando voul au vent.

dopo i puffi, oggi ho visitato l'allegro villaggio valtur della protezione civile italiana.
dove pascolano vigili del fuoco, protettori civili e cuochi romagnoli (in mimetica e infradito, non solo i cuochi).
sembra non facciano altro che nutrirsi e abbeverarsi, dopo mezz'ora lì dentro, al decimo caffè, pensavo di uscire e trovarmi a corso francia.

la questione logistica della giornata era:
- sintonizzare il ricevitore satellitare
- attivare la connessione
-trovare un generatore con tensione di uscita 220V (la protezione civile NON possiede adattatori)
- vedere alla fine di queste operazioni palermo-milan su uno schermo al plasma residuo del terremoto in abruzzo

queste azioni (giunte tutte a buon fine) testimoniano l'efficenza e la potenza dell'italico ingegno.

comunque, come per palermo, il problema di port au prince è il traffico.
(e non toccare le banane, ne sono gelosissimi)

2 commenti:

  1. grazie luca,
    la tragicommedia che narri, definisce tutto con delle tinte impressioniste. Noi che già portavamo avanti una visione idilliaca e moderna della cooperazione siamo estasiati e frenetici nel ricevere delle sempre così verdi parole per i nostri compatrioti che stentano e si privano. Che bello.
    Venerdì ho sentito per tutto il pomeriggio il tango del murazzo tra valentano e sant'oreste. Mi sei tornato insistentemente alla mente. "....il grande tacchino..."

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